venerdì 23 aprile 2010

Il volo di Icaro



Respira sale il volto in discesa,
del tempo che fu dichiara la resa.
Sfiorò il sole, l'ala di menzogna,
che or la salvezza neanche sogna.

Il Dio lassù invidioso e solo
costringe Icaro ad un mesto volo:
l'ambizione che fu diventa terrore,
e della superbia rimpiange le ore.

Gelo sul petto, vento sul volto:
"Come feci ad essere così ingenuo e stolto!?"
Il mare è vicino, l'impatto crudele,
lo sguardo ricade sulle umane vele.

Il ricordo ritorna ai tempi trascorsi,
lontani da iperboli e da rimorsi,
ai giochi infantili su verdi distese,
alle corse veloci, alle cadute già prese.

Allor l’imprevisto era pura sorpresa,
non era la vita in un volo sospesa:
immagini sfumate nel rapido orizzonte,
gelida l’aria gli sferza la fronte.

“Ma il sole sfiorai”, il suo ultimo pensiero,
e un sorriso affiora sul volto di mistero:
che sia rapida, lunga o folgorante,
la vita non ha senso lontana dal proprio amante!

L’ambizione amò il Sole, il Dio non ricambiò:
con un fiero tuffo in mare il volo d’Icaro terminò

1 commento:

Unknown ha detto...

Non provo neanche a risponderti con le rime o forme poetiche perché sei bravissima, ma ad un concetto non rinuncio:
è necessario essere sempre se stessi!

..anche Icaro è stato coerente