giovedì 9 luglio 2009

Poli-biblio-caos


Poli-biblio è una piccola biblioteca di un piccolo paese di provincia, raggomitolato sulla ventosa roccia calcarea del sud barese, a picco sul mare odoroso e blu.

Nella Poli-biblio-libreria vi sono pochi volumi di recente edizione e molti libri polverosi e vecchi. Poli-biblio-povera non ha scaffali di mogano e vetrine di cristallo, ma armadi robusti di frassino, mensole doppie e resistenti al peso del tempo e vetrine sgangherate, dove si annidano le frenetiche impronte di polpastrelli invadenti.

Poli-biblio-museo ospita una mostra di cocci del IV millennio a.C. e abita sotto l’arco, all’ingresso del centro storico: orgogliosa della sua privilegiata posizione, a volte si convince di essere la dogana del turista nord-europeo, che qui viene a chiedere indicazioni in “englichese-sassone”, inciampando nei mutandoni da spiaggia, orgogliosamente a cavallo di una bici arrugginita.

Poli-biblio-sola ha un custode in pensione, premuroso e un po’ despota, che fa continue sortite anche a porte chiuse, per riporre e disporre delle sedie sistemate con cura nell’unico servizio igienico per disabili…

Poli-biblio-assordante ha un allarme capriccioso, che si attiva ogni volta che va via la corrente elettrica (il che accade spesso); Poli-biblio-hitec ha un collegamento internet che funziona ad ore alterne, 4 computer, due finestroni con sbarre a quadrettini che si affacciano sullo stradone principale.

Ogni mattina, una signora grassoccia, buona e sudata fa il bagnetto a Poli-biblio-sporca, così all’orario di apertura Poli-biblio-bagnata odora di detergente alla mela e di candeggina ai frutti esotici.

Poli-biblio-bimba ha per mamma una ex-vigilessa gentile, che dirige il traffico di utenti con paziente autorità e lungimirante parsimonia, che si intossica con amore quotidiano nella polverosa umidità di Poli-biblio-confort, che con sorriso calmo e fermo registra prestiti e restituzioni, sommersa da pagine ingiallite e richieste pressanti e confuse.

Poli-biblio-caos da tre mesi ha una nuova catalog-amica del Sud, che viene a trovarla tutti i giorni e che le fa compagnia durante la Poli-biblio-pace della pausa pranzo. Catalog-amica ha il compito di controllare tutti gli inventari, le collocazioni, le date, le edizioni di tutti i libri polverosi presenti sui polverosi biblio-scaffali. Parla da sola e si arrabbia con Poli-biblio-nessuno quando pensa che vi sia un po’ di Poli-biblio-caos di troppo.

Poli-Biblio-caos non fa caso alle cataloghe-lagne e va in brodo di giuggiole quando catalog-amica le fa i complimenti e la riempie di baci per un’edizione del De Bello Gallico del 1861 con traduzione a fronte.

Poli-biblio-babysitter richiama i ragazzetti dalla strada e li coccola nella bambagia del biblio-internet-point. Poli-bilio-teacher fa ricerche scolastiche, organizza tesine per esaminandi, elargisce consigli di formattazione ad utenti secchioni e imbranati.

Poli-biblio-assistente-sociale accoglie inquietanti vagabondi di paese, disorientati alienati in cerca di una pagina di giornale, di una pausa dalla solitudine o di una mezzora di navigazione virtuale.

Poli-biblio-caos non fa caso al dirigente-me-ne-infischio o al giornalista-so-tutto-io.

Poli-bilio rimane seduta sotto l’arco di pietra del paese, avvolta in una nebbiosa sottile indolenza e ogni giorno, nell’aria odorosa di salsedine, allarga le braccia a chi vuol allargare la mente, scivolando sulle pagine di polverosi mondi lontani, tutti da scoprire ad occhi accesi...